Un anno di scuola finisce, ma le opportunità del PNRR restano aperte
Pubblicato il
1 agosto 2025

Con la chiusura dell’anno scolastico 2024–25, si può iniziare a tracciare un primo bilancio degli effetti che i progetti del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – hanno avuto nella scuola.
Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha accelerato l’attuazione di numerosi interventi strutturali e formativi, in particolare attraverso i decreti attuativi DM 65/2023, DM 66/2023 e DM 19/2024, che stanno rimodellando l’infrastruttura educativa italiana. Ma cosa è cambiato davvero nelle scuole? E quali sfide restano aperte?
Con un budget di oltre 30 miliardi di euro, la Missione 4 del PNRR – dedicata a istruzione e ricerca – rappresenta uno degli assi principali della modernizzazione del Paese. Il mondo della scuola è al centro di questa trasformazione, in particolare quello della secondaria, chiamato a rafforzare le competenze di studenti e docenti, colmare i divari territoriali e sostenere l’innovazione didattica.
DM 65/2023 – Nuove competenze e nuovi linguaggi
Il Decreto Ministeriale 65/2023 ha finanziato iniziative legate allo sviluppo delle competenze STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), alla promozione del multilinguismo e all’orientamento. Obiettivo: coinvolgere almeno 8.000 scuole e oltre 1 milione di studenti entro metà 2025.
I progetti hanno incluso laboratori STEM, corsi CLIL (Content and Language Integrated Learning) e collaborazioni con enti esterni, come Trinity College London per le certificazioni linguistiche.
DM 66/2023 – Transizione digitale e formazione del personale
Con il DM 66/2023 si è messa in moto la più ampia campagna di formazione digitale della storia scolastica italiana. Il decreto ha previsto 450 milioni di euro per formare 650.000 tra docenti, dirigenti e personale ATA, con una quota minima del 40% delle risorse riservata alle regioni del Sud.
I corsi hanno riguardato sia le competenze digitali di base che le pratiche di didattica innovativa (robotica, coding, ambienti immersivi).
DM 19/2024 – Contrasto alla dispersione e divari territoriali
Il più recente dei decreti, il DM 19/2024, ha posto l’attenzione sui territori più fragili, con interventi mirati per contrastare la dispersione scolastica e i divari educativi. Attraverso attività di tutoraggio, orientamento e mentoring, le scuole secondarie hanno potuto attivare percorsi personalizzati rivolti agli studenti a rischio abbandono.
Un punto di forza è stato il coinvolgimento di docenti interni in ruoli di tutor e mentor, offrendo un’occasione per valorizzare le professionalità presenti nella scuola e creare legami educativi significativi con gli studenti.
L’agenda Nord–Sud: una scuola a due velocità?
Tra le linee guida principali dei DM 65 e 66, si trova l’indicazione ministeriale di destinare una parte cospicua dei fondi al Sud Italia. In particolare, nel DM 66, il 40% delle risorse è stato vincolato a istituti del Mezzogiorno.
Questa strategia punta a riequilibrare le condizioni di partenza e migliorare la qualità dell’offerta formativa nelle aree svantaggiate. Tuttavia, permane il rischio che l’eccessiva frammentazione dei bandi e le difficoltà attuative possano ridurre l’efficacia degli interventi.
Quando si torna in aula
Per l’anno scolastico 2025–26, il rientro in classe sarà compreso tra l’8 e il 16 settembre 2025, a seconda della regione. Le date più frequenti sono il 10 settembre (in regioni come Veneto, Lombardia, Lazio), mentre il 15 o 16 settembre è la scelta di molte regioni del Sud e del Centro.
L’anno scolastico 2024–25 è stato un anno di sperimentazione e trasformazione, nel quale i decreti attuativi del PNRR hanno cominciato a lasciare il segno anche nella scuola secondaria. La strada è tracciata: ora serve stabilità, visione strategica e un maggior ascolto delle esigenze reali delle scuole, per non perdere l’occasione di rendere questa transizione non solo digitale o tecnologica, ma anche profondamente culturale.