Novità e sfide di settembre: al via un nuovo anno scolastico

Pubblicato il

12 settembre 2024

Vacanze terminate e la scuola riapre i battenti: quali sono le sfide e le novità previste dall’anno scolastico 2024/2025? Dalla stretta sui telefoni cellulari in aula fino alle linee guida ministeriali per l'insegnamento dell’educazione civica, scopriamo insieme cosa ci aspetta da questo nuovo anno.

Tra il 5 e il 16 settembre, tutte le scuole sul territorio italiano aprono le porte a studenti e studentesse per l’inizio dell’anno scolastico 2024/2025. La prima a dare il via alle lezioni è stata la provincia autonoma di Bolzano (il 5 settembre), per poi concludere la riapertura nel giorno del 16 settembre, data in cui la maggior parte delle regioni accoglie ragazze e ragazzi per un nuovo anno scolastico.  

«Un anno scolastico importante perché sarà una grande occasione per un cambiamento di passo della nostra scuola» afferma il Ministro dell’istruzione e del Merito Giuseppe Valditara nel suo video di augurio per il nuovo anno scolastico, in cui ha definito alcuni dei punti chiave di trasformazione e novità per la scuola a partire da settembre 2024. Tra le principali innovazioni la nuova suddivisione 4+2 degli istituti tecnici e professionali, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, il contrasto all’abbandono scolastico, le strette sull’utilizzo dei telefoni cellulari e le nuove linee guida per l'insegnamento dell’educazione civica. L’anno scolastico 2024/2025 sarà un anno cruciale anche per la messa a punto dei progetti inerenti ai DM 65 e DM 66 per il potenziamento delle competenze linguistiche e la transizione digitale e per l’introduzione delle figure del docente tutor e orientatore.

Scopriamo insieme le novità in vista per questo nuovo anno scolastico.

La riforma 4 + 2 degli istituti tecnici e professionali

Come anticipato nel comunicato del 17 gennaio 2024, un numero significativo di istituti tecnici e professionali - in totale 171 - sono stati ammessi nel processo di sperimentazione proposto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per la riduzione da 5 a 4 degli anni del percorso di studi. Alla conclusione di questo ciclo, alunne e alunni avranno accesso agli Istituti Tecnici Superiori (ITS), ai percorsi universitari di indirizzo o direttamente nel mondo del lavoro. Come affermato dal Ministro Valditara, l’obiettivo di questo cambiamento è «garantire una solida preparazione nelle materie di base, andando a recuperare i gap registrati in italiano, matematica e inglese, e una maggiore preparazione in quelle specialistiche, utilizzando una grande flessibilità didattica.». Insegnanti e docenti degli istituti tecnici e professionali avranno il compito di ripensare alle tradizionali suddivisioni quinquennali per ri-adattare contenuti e programmi. In questo scenario, si rivelano utili strumenti e approcci per la didattica che mirano a proposte più pratiche e laboratoriali, come le metodologie STEAM, di cui abbiamo già parlato in un articolo del nostro blog. Inoltre, nel catalogo di Edulia Treccani Scuola sono disponibili corsi di formazione per scoprire i segreti e le potenzialità di metodi innovativi di insegnamento per materie scientifiche tra cui i percorsi Matematica e Fisica: attività innovative e laboratoriali, Lavorare a progetto, a partire dalle STEAM e Come implementare le attività STEAM: CLIL E IBSE, acquistabili singolarmente.

L’AI arriva in classe ma stop ai cellulari

Tra le innovazioni digitali per la didattica previste per l’anno accademico 2024/2025, l’introduzione dell’intelligenza artificiale può suonare come l’apertura di una prospettiva futura interessante. Si tratta di una sperimentazione in sole quattro regioni (Calabria, Lazio, Toscana e Lombardia), per un totale di 15 classi coinvolte, con l’obiettivo, qualora la prova risulti efficace, di diffonderla sul territorio. L’AI verrà testata principalmente per la correzione dei compiti, per l’individuazione di eventuali criticità individuali di studentesse e studenti e per l’elaborazione di spiegazioni, contenuti ed esercitazioni più specifici per colmare le lacune individuate.

Se da un lato la tecnologia viene proposta come valore aggiunto, dall’altro la stretta del Ministero sull’utilizzo degli smartphone in classe è la scelta più severa tra le novità introdotte per il nuovo anno scolastico. Con la Disposizione del 17 luglio 2024, il Ministero ha sancito il divieto dell’utilizzo in classe del telefono cellulare, anche a fini educativi e didattici, per gli alunni della scuola dell’infanzia fino alla secondaria di I grado. Il divieto non vale per l’utilizzo di altri dispositivi elettronici come pc o tablet. In concomitanza con questa decisione, per i primi cicli di istruzione quindi è consigliato re-introdurre il diario cartaceo per l'assegnazione di compiti invece che segnalarli esclusivamente sul registro elettronico.

Rimane importante, però, non perdere di vista l’esigenza da parte di docenti e insegnanti di educare all’utilizzo di questi dispositivi, per evitare gli eccessi ma anche per favorire la conoscenza e la consapevolezza delle loro potenzialità. Ne abbiamo parlato nella puntata del nostro podcast Scuola, Patente di smartphone.

Se invece vuoi approfondire il mondo dell’intelligenza artificiale tra i banchi di scuola, consulta il nostro catalogo di corsi dedicati, disponibili su Edulia Treccani Scuola.

Il contrasto all’abbandono scolastico e i docenti tutor e orientatori

L’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 porta con sé anche la conferma delle figure dei docenti tutor e orientatori, introdotte a partire dal decreto del 22 dicembre 2022. Questa iniziativa, che rientra nelle riforme previste dal PNRR, ha come obiettivo l’individuazione di professioniste e professionisti che avranno il compito di guidare e supportare gli studenti nel loro percorso scolastico, aiutandoli a orientarsi verso il loro futuro accademico e professionale.

L’azione di queste figure professionali possono aiutare a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, altro punto di cruciale importanza tra le sfide del nuovo anno scolastico. Il 2024/2025 sarà il secondo anno di attuazione del piano Agenda Sud, promossa dal Ministero per arginare fenomeni di dispersione scolastica e di apprendimento. Ma questo nuovo anno accademico vedrà l’inizio anche dell’iniziativa Agenda Nord, per operare anche in zone più complesse del Settentrione.

Su Edulia Treccani Scuola sono disponibili corsi utili a comprendere a fondo i meccanismi e strumenti di contrasto a questi fenomeni, come il corso di Sofia Sabatino Abbandono scolastico: buone pratiche e strumenti per conoscere e contrastare il fenomeno e il percorso di Claudia Campisi La cassetta degli attrezzi del docente orientatore e tutor a scuola, pensato per fornire un’ampia panoramica sul tema dell’orientamento e sugli strumenti e le metodologie per accompagnare studentesse e studenti in un percorso di crescita, sia formativo che professionale. Entrambi i corsi sono acquistabili singolarmente o sono compresi nell’abbonamento di Edulia Treccani Scuola.

DM 65 E DM 66: a che punto siamo?

Il 2024 e il 2025 saranno due anni cruciali per il completamento della realizzazione di attività previste dal DM 65/2023 e il DM 66/2023 in merito alle azioni di potenziamento delle competenze STEM e multilinguistiche (DM 65/2023) e alla formazione del personale scolastico per la transizione digitale (DM 66/2023). Numerosi istituti su territorio nazionale sono nel pieno della gestione dei progetti e delle attività: riguardo al DM 65/2023, le scuole saranno tenute a trasmettere il certificato di completamento dei progetti entro e non oltre il 15 maggio 2025; per il DM 66/2023, la scadenza è prevista invece per il 30 settembre 2025.

Voto in condotta, lotta al bullismo ed educazione civica

Le misure di prevenzione per contrastare il fenomeno del bullismo tra i corridoi scolastici trovano quest’anno uno strumento netto: i comportamenti violenti o aggressivi potranno portare anche alla bocciatura se il voto in condotta scende a 5. Strette più severe quindi a coloro che presenteranno atteggiamenti violenti verso compagne e compagni, personale docente e collaboratori scolastici, anche con sanzioni pecuniarie. Al posto del 5 in condotta, nelle scuole superiori si potrà assegnare un debito scolastico in educazione civica.

Proprio su questa disciplina, le scuole saranno tenute ad adottare delle nuove linee guida proposte dal Ministero per l’insegnamento della materia. Il punto di partenza di primaria importanza sarà la Costituzione che «non è solo norma cardine del nostro ordinamento ma anche riferimento prioritario per identificare valori, diritti e doveri che costituiscono il nostro patrimonio», afferma il Ministro Giuseppe Valditara. È stato fissato il tetto di ore annuali che saranno dedicate alla materia, cioè 33 ore, in cui i docenti potranno proporre attività per guidare studentesse e studenti in un percorso di conoscenza e di educazione alla cittadinanza. Se hai bisogno di spunti su come proporre questi temi in classe, ti consigliamo il corso di Andrea Meccia, Il cinema in classe: percorsi per storia e educazione civica.



Il mese di settembre è per chiunque un momento di ripartenza e di buoni propositi per il futuro: l’importante è avere il giusto spirito. Dalla redazione di Edulia Treccani Scuola, un auguri a ragazze e ragazzi, docenti, dirigenti e collaboratori per un anno scolastico di vittorie e soddisfazioni.