Marie Curie: una vita per la scienza

Pubblicato il

4 luglio 2024

Icona del progresso scientifico e simbolo di femminismo ante litteram, Marie Curie ha vissuto la sua epoca con dedizione e tenacia, scontrandosi con l'élite scientifica dominata esclusivamente da uomini. Il 4 luglio ricorre l’anniversario della sua morte, avvenuta nel 1934, a causa di un’anemia aplastica, malattia quasi certamente contratta a causa delle lunghe esposizioni alle radiazioni.

Le grandi scoperte scientifiche sono sempre legate a grandi nomi: ad Albert Einstein la teoria della relatività, a Isaac Newton la legge gravitazionale, a Stephen Hawking la famosa teoria del tutto, a Margherita Hack lo studio delle stelle e l’astronomia. Non si tratta di un semplice lavoro di ricerca ma una costante curiosità di voler dare spiegazione a fenomeni fino ad allora sconosciuti ma che, per qualcuno, avevano solo bisogno delle parole giuste per essere raccontate al mondo. Come i personaggi già citati - e molti altri -, Marie Curie, nata Maria Sklodowska, ha cambiato il mondo o per lo meno il modo in cui viene vissuto e percepito. Con i suoi studi sulla radioattività, compiuti insieme al marito Pierre Curie, aprì la strada verso nuove frontiere di ricerca, soprattutto riguardo la fisica atomica. In quanto donna, per Marie Curie non fu facile intraprendere il percorso che l’avrebbe portata a diventare una delle scienziate più importanti del secolo scorso. Tra il maschilismo radicato dell’élite scientifica e le difficili vicissitudini della vita privata, Marie Curie non è considerata semplicemente una donna di scienza ma anche simbolo di autodeterminazione femminile.

Le scoperte, i Nobel, la Sorbona, la guerra

Di origini polacche, Maria Skłodowska, classe 1867, sin da bambina aveva dimostrato una certa inclinazione alle materie scientifiche, probabilmente influenzata dal padre, Wladislaw, professore di matematica. Dopo il ginnasio, Maria continuò i suoi studi nella rete dell’università volante, delle classi di studi clandestine, proibite dal regime zarista che dominava la Polonia in quegli anni, frequentate da ferventi patrioti polacchi. Quando arrivò a Parigi, insieme alla sorella Bronya, Marie riuscì a proseguire in maniera ufficiale la sua formazione, prima in fisica e poi in matematica, alla Sorbona dove conobbe Pierre Curie, un istruttore di laboratorio e suo futuro marito. Il sodalizio tra i due fu sia di natura sentimentale che scientifica: partendo dagli studi di Henri Becquerel sulla radioattività, riusciranno, negli ultimi anni dell’Ottocento, a isolare il polonio e a identificare il radio, per i quali verranno insigniti del Premio Nobel per la fisica nel 1903. Dopo la tragica morte di Pierre, avvenuta nel 1906, Marie subentrò alla sua cattedra alla Sorbona, divenendo la prima donna a essere nominata professoressa nell’ateneo parigino. Impegnata sempre con le sue ricerche, nel 1911 le venne conferito il secondo Nobel, questa volta per la chimica, per aver isolato il radio precedentemente scoperto grazie alle ricerche con l’ormai defunto compagno di scienza. Con lo scoppio della guerra, Marie Curie si prodigò in prima persona per la costruzione di macchinari radiologici utili per analizzare i corpi dei feriti, arrivando a recarsi direttamente al fronte per operare sul campo con questi strumenti di così delicato utilizzo, le cui radiazioni si riveleranno essere dannosi per la sua salute.Infatti morì il 4 luglio 1934, a causa di una malattia quasi certamente contratta come conseguenza della continua esposizione alle radiazioni, di cui allora non si conosceva la pericolosità.

La sua tomba, ancora oggi, è avvolta in una camicia di piombo isolante, come i suoi appunti.

Gli appunti di Marie Curie

La curiosità di andare oltre

Marie Curie è una figura iconica nel mondo della scienza, il cui impatto sulla fisica e sulla chimica ha influenzato profondamente la ricerca della prima metà del secolo scorso e continua a influenzare gli studi attuali. Il suo lavoro ha ridefinito la comprensione della materia e delle radiazioni, aprendo nuove strade per scoperte che hanno avuto un impatto sulla storia contemporanea. La comprensione della radioattività ha anche portato a ulteriori scoperte sui componenti fondamentali dell'universo, cambiando per sempre la nostra percezione del mondo fisico. Senza gli studi di Pierre e Marie Curie non ci sarebbero stati i presupposti per lo sviluppo della fisica nucleare e delle sue applicazioni pratiche, come la radioterapia, la produzione di energia nucleare, la bomba atomica. Con l’isolamento del polonio e del radio, la tavola periodica che oggi presentiamo in classe ad alunne e alunni non sarebbe la stessa. La sua metodologia rigorosa di separazione e identificazione degli elementi ha ispirato generazioni di chimici, stabilendo nuovi standard per la ricerca scientifica. 

Nelle scuole di oggi, lo studio delle scoperte di Marie Curie è cruciale non solo per comprendere i fondamenti della fisica e della chimica, ma anche per apprezzare l'importanza della curiosità, della costanza, della metodologia. Il suo approccio meticoloso alla ricerca, la sua dedizione instancabile e il suo coraggio nell'affrontare sfide enormi sono un esempio brillante per tutti gli studenti. Le sue scoperte non sono solo capitoli nei libri di testo, ma pilastri su cui si basa l'intera struttura delle scienze moderne.

Conclusioni

La scienza è intorno a noi, in ogni oggetto che tocchiamo, ogni azione che compiamo: proporre un approccio pratico e concreto in classe per lo studio di materie come fisica e chimica permette a ragazze e ragazzi di comprendere gli effetti tangibili di certe formule o equazioni che altrimenti sembrerebbero astratte, senza un riscontro reale. Con InClasse, la piattaforma di didattica digitale integrata di Edulia Treccani Scuola, i docenti hanno accesso a un catalogo di contenuti di qualità, da integrare alla didattica tradizionale. Con un vasto archivio di contenuti multimediali, Edulia Treccani Scuola permette sia a insegnanti che a ragazzi e ragazze di vivere l’esperienza dell’insegnamento e dell’apprendimento in maniera innovativa.

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