L’arte della fotografia: uno strumento per preservare la memoria

Pubblicato il

26 agosto 2024

Nel 2010, il fotografo australiano Korske Ara ha istituito la Giornata Mondiale della fotografia scegliendo la data del 19 agosto, giorno in cui venne presentato, nel 1837, il brevetto del dagherrotipo, la prima tecnologia per lo sviluppo delle immagini. Un momento che segnerà una svolta nel modo di comunicare, raccontare e tramandare la storia del mondo.

Al giorno d’oggi, scattare una foto è diventato un gesto comune e semplicissimo. Tuttavia, la fotografia è stata una delle rivoluzione tecnologiche più d’impatto del XIX e del XX secolo. La Giornata Internazionale della Fotografia, infatti, celebra l’inestimabile valore storico e culturale di questa arte che ha rivoluzionato i metodi di conservazione della nostra memoria collettiva. Esistono immagini che riescono a raccontare un evento meglio di qualsiasi testo o reportage: la potenza visiva è in grado di lasciare una traccia ben più forte rispetto ad un racconto scritto. E, soprattutto, la fotografia ha una caratteristica unica: immortalare un momento esatto, un istante, con profonda chiarezza e precisione.

I libri di scuola sono ricchi di fotografie e immagini di repertorio che servono a ragazze e ragazzi per immaginare con più nitidezza un evento o un momento storico ben preciso. Le piazze di Berlino addobbate per le parate del Terzo Reich, con gli infiniti stendardi marchiati con le svastiche, ad esempio, permettono di comprendere a pieno i meccanismi e la violenza della propaganda nazista. O ancora la foto della donna con la prima pagina del Corriere della Sera del 2 giugno 1946, con lo storico titolo “È nata la Repubblica Italiana”, racconta uno dei momenti di cambiamento più significativi della storia del nostro paese.

Vediamo insieme alcuni grandi nomi della fotografia mondiale che possono essere d’aiuto in classe per raccontare a studentesse e studenti alcuni frammenti di storia, più o meno conosciuti.


Raccontare per immagini: il reportage fotografico


Durante il XX secolo, l’operato di alcuni e alcune fotoreporter hanno contribuito ad arricchire in maniera significativa gli archivi di fonti e testimonianze utili a studiare e comprendere gli scenari di moltissimi eventi storicamente e culturalmente importanti. Vediamo insieme alcuni esempi:

  • Robert Capa e Gerda Taro, la coppia di fotoreporter di guerra più popolare del secolo scorso. Hanno documentato sul campo molti dei conflitti bellici più importanti del Novecento, come la guerra civile spagnola, in cui Gerda Taro perse la vita a soli 26 anni. Robert Capa continuò la sua attività, seguendo gli eserciti e girovagando tra i civili durante la Seconda Guerra Mondiale (1941-1945), la guerra-arabo israeliana (1948) e la prima guerra d'Indocina (1954). Le loro foto sono visionabili nel sito dell’International Center of Photography, a questo link.
  • Henri Cartier-Bresson, uno dei fotografi più influenti del secolo scorso che, negli anni del secondo conflitto mondiale, si è arruolato nella resistenza francese, continuando a svolgere la sua attività da reporter. Con la fine della guerra, è stato l’unico fotografo occidentale autorizzato a scattare nell’Unione Sovietica e, durante il suo viaggio in Cina tra il 1948 e il 1949, ha documenta la dimensione civile della caduta del governo del Kuomintang e la conseguenziale fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Qui alcuni dei suoi scatti più famosi.
  • Steve McCurry, uno dei fotografi contemporanei più popolari, che è riuscito ad addentrarsi nei territori dell’Afghanistan, nel 1979, subito dopo l’invasione sovietica, riuscendo ad attraversare il confine con il Pakistan in maniera illegale. Riuscì a riportare indietro i vari materiali cucendo le pellicole all’interno delle fodere dei suoi vestiti. Le sue opere, cariche di colore e vivacità e che combinano al meglio l’arte del reportage e della fotografie di viaggio, raccontano in realtà storie di povertà e sofferenza. I suoi scatti più importanti sono disponibili sul suo sito.
  • Letizia Battaglia, la testimone per eccellenza dell’Italia e della Sicilia durante gli anni di piombo. Con il suo obiettivo ha documentato la dura realtà della guerra alla mafia durante gli anni Settanta e Ottanta, sia girando per le strade di Palermo per catturare la dimensione umana e più popolare, sia immortalando le grandi figure protagoniste della lotta alla criminalità organizzata. Famosissima la sua foto in cui un giovanissimo Sergio Mattarella estrae dall’automobile il cadavere di Piersanti, suo fratello, caduto vittima di un attentato di Cosa Nostra. Abbandonò la sua attività dopo la morte dei giudici Falcone e Borsellino. È possibile visionare l’archivio delle sue opere nel sito dedicato.

Mostrare alcune foto dei fotografi e delle fotografe sopracitate può essere un'ottima attività per stimolare una partecipazione più attiva in classe, attraverso un confronto diretto non solo per l’evento che testimoniano, ma anche per l’emozione che quell’immagine può suscitare ai singoli alunni e alle singole alunne.

La fotografia come attività per esprimere la creatività

Oltre ad essere uno strumento di accompagnamento per lo studio della storia e della società, la fotografia può essere declinata anche come attività da far svolgere in prima persona a ragazze e ragazzi.

Scattare foto infatti può stimolare la creatività, incoraggiando studentesse e studenti a guardare la realtà che li circonda: può essere utilizzata per immortalare eventi locali, gli aspetti della loro vita quotidiana come hobby e sport, per documentare l’evoluzione dell’ambiente urbano della loro città o del loro quartiere. Questo approccio interdisciplinare rende l’apprendimento più dinamico, ponendo ragazze e ragazzi al centro dell’azione creativa. La fotografia a scuola infatti può servire a raccontare e inventare storie, osservare il mondo e i suoi dettagli e prendere confidenza con le regole compositive su luce, colore, forme e spazio.

La Giornata Internazionale della fotografia ci ricorda, dunque, non solo il valore storico e culturale delle immagini ma anche la sua componente emotiva e personale, attraverso cui ognuno può provare ad esprimere la propria visione e la propria creatività.

Come altri media, la fotografia dunque si rivela essere un ottimo strumento da proporre in classe per un insegnamento più attivo: proporre a studentesse e studenti forme di linguaggio a loro vicine è uno dei metodi per instaurare un dialogo reciproco efficace.

Al giorno d’oggi i mondi digitali offrono un’opportunità unica: i contenuti web, di facile fruizione e creazione, possono essere integrati con le forme di educazione e insegnamento, per comunicare i temi didattici in maniera originale e coinvolgente.

Sulla piattaforma di Edulia Treccani Scuola, sono disponibili numerosi corsi sullo sviluppo della cultura digitale ed educazione ai media, tra cui: