Il patrimonio culturale: educare alla bellezza

Pubblicato il

27 giugno 2024

Tra i maturandi alle prese con la prima prova scritta, la traccia sull’importanza del patrimonio artistico è stata la meno scelta. Ma quanto è importante educare alla valorizzazione del patrimonio per costruire l’identità delle generazioni future?


Le due prove scritte degli esami di maturità dell’anno scolastico 2023/2024 si sono concluse e si è entrati nel pieno dell’ultimo periodo, quello del fatidico colloquio orale.

La prima prova, quella del tema di italiano, uguale a livello nazionale, e la seconda invece, specifica per ogni indirizzo, hanno impegnato i maturandi di tutta Italia il 19 e il 20 giugno 2024. Come ogni anno, l’attuale Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato un comunicato stampa con il report relativo alle preferenze dei maturandi in merito alle tracce della prima prova scritta. Dalle percentuali si evince che la scelta più gettonata, selezionata dal 28,9% dei candidati, è stata quella del tema di carattere espositivo-argomentativo di attualità, su un estratto di Maurizio Caminito, Profili, selfie, blog; si sono susseguite, con varie percentuali di preferenza, le altre tracce, dall’analisi e la produzione di un testo argomentativo, fino all’analisi e l’interpretazione di un testo letterario italiano. A chiudere la classifica, con un distacco importante, è stato l’estratto della costituzionalista Maria Agostina Cabiddu per la Rivista AIC, sul concetto di bellezza come valore culturale, selezionato solo dal 3,4% di studentesse e studenti.

Lo scenario è molto simile a quello venuto fuori dalla stessa indagine relativa all’anno 2023: la scelta più gettonata in occasione della prima prova scritta fu la traccia dedicata al testo Elogio dell’attesa nell'era di WhatsApp, di Marco Belpoliti. Ciò che spinge i giovani a selezionare tematiche legate al mondo digitale è sicuramente l’esperienza diretta che loro vivono quotidianamento con dispositivi e mondi virtuali: un modo, quindi, per parlare di loro stessi.

Anche per quanto riguarda le ultime posizioni il quadro sembra simile: nel 2023, il testo tratto da L’idea di nazione di Federico Chabod ha raccolto solo il 4% delle preferenze. I temi legati alla comunità e ai valori sociali della collettività, anche in relazione al patrimonio artistico e culturale del nostro territorio, appaiono lontani dall’interesse delle nuove generazioni e forse poco stimolanti per una lettura e un’analisi personale. La valorizzazione del patrimonio storico-artistico e la sensibilizzazione al senso di comunità dovrebbero essere responsabilità di tutta la collettività e la scuola, in quanto luogo deputato alla formazione degli adulti di domani, deve farsi portavoce di questa riflessione, per avvicinare i giovani a questi temi apparentemente ancora così distanti dalla loro sfera di interesse.


Salvaguardare il passato per preservare il futuro

Il patrimonio storico-artistico e culturale del nostro territorio è un insieme eterogeneo e multiforme di lasciti e risorse nel quale confluiscono e si sedimentano i caratteri, i beni, i valori e i saperi ambientali, storico artistici, scientifici e ideali raccolti e condivisi della nostra comunità. Non rappresenta solo la testimonianza tangibile degli elementi che hanno contribuito a creare la nostra cultura ma anche un inestimabile patrimonio di pura bellezza, parola chiave del testo della costituzionalista Cabiddu: «Bellezza, a nostro avviso, dovrebbe essere, in una immaginaria carta di identità dell’Italia, il primo fra i suoi segni particolari, questa essendo, principalmente, la ragione per cui milioni di visitatori arrivano ogni anno nel nostro Paese, attratti dal suo immenso patrimonio naturale e culturale, che non ha eguali nel resto del mondo, e dalla densità e diffusione, cioè dal radicamento di questo patrimonio nel territorio, nella storia e nella coscienza del suo popolo.».L’articolo 9 della Costituzione italiana è un’esortazione alla salvaguardia di questa bellezza: la protezione e la valorizzazione del nostro patrimonio quindi come un dovere civile per mantenere vivo il legame con il passato e per trasmettere ai giovani l'importanza della memoria storica. Educare alla bellezza, valore che è strettamente legato al senso di appartenenza e riguarda direttamente il pieno esercizio della cittadinanza: motivo per cui nessuno deve esserne escluso.

Educare alla bellezza: strumenti e metodi

Insegnare l’importanza del patrimonio culturale non vuol dire solo raccontare la storia di un monumento, le tecniche pittoriche di un quadro o l’architettura di un palazzo. Integrare un programma di educazione alla valorizzazione culturale nella didattica significa avvicinare il più possibile studentesse e studenti alle ricchezze del territorio, proponendo un’azione diretta sul campo, anche nel piccolo della loro realtà.

Nel corso di Edulia Treccani Scuola su come progettare una didattica del patrimonio culturale per un apprendimento attivo della storia, Beatrice Borghi, docente di storia medievale dell’Università di Bologna, spiega la differenze tra storia globale e storia locale: la prima, seppur importante ma eccessivamente lontana ed astratta, dato il grande numero degli avvenimenti e il larghissimo campo di riferimento; la seconda invece, seppur circoscritta nel territorio, comporta il coinvolgimento di un’ampia gamma di tracce, testimonianze, conoscenze e discipline che hanno un risvolto in una dimensione più piccola e quindi potenzialmente più comprensibile.

È dalla storia locale che bisogna partire per insegnare la valorizzazione del patrimonio culturale. La progettazione di percorsi didattici e di educazione si pone questi obiettivi fondamentali:

  • rilevare la presenza di beni dal valore culturale;
  • incentivare la conoscenza di questi beni;
  • sensibilizzare al rispetto e alla tutela;
  • comprendere e far comprendere il loro valore.

Accompagnare i giovani nella storia del loro territorio, tra le strade su cui camminano o nelle piazze in cui si ritrovano è un metodo per stimolare la loro curiosità per approfondire e conoscere i luoghi in cui vivono. Le visite ai musei cittadini, siti archeologici e la partecipazione a laboratori più pratici per vivere in prima persona esperienze reali e concrete e per farli entrare in contatto con la storia locale e a loro più prossima. Il contatto con realtà associative e organizzazioni culturali del territorio può rivelarsi utile per sensibilizzare i giovani all’attivismo e alla partecipazione culturale, esempi di modelli di cittadinanza attiva, così come racconta Paolo Petrocelli, manager culturale e docente e ricercatore universitario, nel corso L’attivismo culturale: l’esperienza dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, disponibile online per gli abbonati sulla piattaforma di Edulia Masterclass.

Le risorse digitali sono poi un’altra ricca fonte di spunti e stimoli per orientare alunne e alunni nel panorama culturale e storico artistico del nostro territorio. Grazie alle applicazioni interattive e ai sistemi di realtà aumentata è possibile simulare visite nelle sale di musei internazionali, accorciando le distanze e avvicinando luoghi e posti che senza la tecnologia possono risultare inaccessibili. E ancora, portare le nuove generazioni alla scoperta delle frontiere più avanzate dell’arte digitale, come il mondo del NFT (non-fungible token) per mostrare loro come il mondo creativo sia sempre in evoluzione. Su Edulia Masterclass puoi trovare corsi dedicati allo sviluppo e alla rivoluzione del modo di fare e vivere l’arte tra cui Arte, blockchain e NFT, tenuto da Domenico Quaranta, e Il museo del futuro, tenuto da Tiziana Maffei.

Le strade da percorrere per avvicinare i giovani al nostro patrimonio storico artistico sono molteplici. E insegnare la bellezza può ispirare loro a vivere più attivamente la loro comunità e ad apprezzare non solo le rarità del nostro paese ma anche quelle di tutto il mondo.