I meme come strumenti di didattica innovativa

Pubblicato il

20 giugno 2024

I meme sono degli elaborati digitali formati da una o più immagini, corredati da brevi testi, di natura umoristica e provocatoria, per lo più condivisi su piattaforme web e social. Ma il termine meme non indica solo questo: la sua replicabilità e la sua interattività culturale rendono questo prodotto digitale uno strumento utile da integrare nella didattica tradizionale.

Apparso per la prima volta nel libro Il gene egoista. La parte immortale di ogni essere vivente (1976), il termine meme si riferisce a tutto ciò che può essere replicato e quindi largamente diffuso. L’autore del libro, Richard Dawkins, intellettuale britannico, spiega infatti che «proprio come i geni si propagano nel pool genico saltando di corpo in corpo tramite spermatozoi o cellule uovo, così i memi si propagano nel pool memico saltando di cervello in cervello tramite un processo che, in senso lato, si può chiamare imitazione.». Il meme infatti è definito tale dalla sua capacità di essere reiterabile attraverso l’utilizzo di schemi, detti template: questi schemi fissi - un esempio classico possono essere le famose strisce dei Peanuts, ideati dal fumettista Charles M. Schulz - possono essere declinati a seconda del contenuto diventando veicolo di un messaggio, il più delle volte sarcastico e ironico.

Al giorno d’oggi è impossibile pensare ai meme in un contesto diverso rispetto a quello del web: oltre ad essere un prodotto ragionato di immagini e testo, i meme sono un fatto culturale, che popolano social network e piattaforme online diventando virali nel giro di pochissimo tempo grazie alla loro capacità di interagire con riferimenti popolari. Sono diventati uno dei più potenti canali di comunicazione non verbale. La trasversalità del loro linguaggio permette di cogliere sfumature, contraddizioni ed equivoci attraverso un impianto visivo e verbale essenziale: un nuovo modello comunicativo che si avvicina ai giovani e al loro linguaggio immediato.

In quanto luogo primario di formazione e crescita, la scuola dovrebbe riconoscere la potenzialità dei meme come metodologia didattica innovativa, per coinvolgere le nuove generazioni non soltanto per l’insegnamento ma anche per una partecipazione creativa in prima persona.



Come integrare i meme nella didattica

In quanto prodotti digitali e multimediali, i meme possono contribuire a rinnovare le metodologie didattiche e di insegnamento. Così come già analizzato nell’articolo sull’utilizzo dei podcast a scuola, gli strumenti digitali offrono una serie di vantaggi significativi. Nel caso specifico, la potenza comunicativa dei meme può aiutare sia insegnanti che ragazze e ragazzi per migliorare le abitudini di insegnamento e apprendimento. Questi i principali vantaggi:

  • coinvolgimento e partecipazione attiva: i meme fanno parte del sistema comunicativo delle nuove generazioni e quindi possono attirare l’attenzione da parte dei giovani e suscitare un interesse diretto per l’argomento trattato;

  • memorizzazione più rapida: grazie all’essenzialità del costrutto visivo, composta da un’immagine e un breve testo, i meme possono rivelarsi degli ottimi strumenti per memorizzare concetti chiave legati ad un evento storico, una formula matematica, un aspetto della poetica di un autore, ecc.

  • semplificazione: da non confondere con la banalizzazione. Infatti, l’utilizzo dei meme non toglie valore ai contenuti scolastici, bensì li rafforza e quindi li rende più accessibili e di facile comprensione da parte di alunne e alunni già abituati a un linguaggio innovativo e trasversale come quello dei meme.

  • integrazione di contenuti pop: i meme sono prodotti di matrice popolare, nascono dunque da contenuti divenuti virali o sul web o su altri canali mediali. Non è raro imbattersi in ragazze o ragazzi che vengono a conoscenza di una notizia tramite un meme visto su Instagram. Questa relazione tra digitale e società, permette alle nuove generazioni di entrare in contatto anche con l’attualità e informarsi in maniera indiretta.

  • sviluppo del pensiero critico e capacità interpretativa: la comprensione di un meme non è unidirezionale bensì si muove su più livelli di significato.

  • creatività e alternativa agli esercizi tradizionali: la creazione e l’ideazione di meme possono stimolare alunne e alunni nella comprensione degli argomenti trattati durante le lezioni frontali, diventando una valida alternativa di ai semplici esercizi di scrittura e/o lettura per lo studio tradizionale, incentivando anche un approccio con strumenti digitali per grafica, montaggio video, ecc.

Il larghissimo campo di azione in cui si muovono i linguaggi del web e dei social media non sono quindi da considerare come un rischio di allontanamento dall’esercizio critico e banalizzazione dei concetti, bensì come un ampliamento delle tecniche e delle metodologie innovative di didattica e di comunicazione. Con Giulio Armeni, in arte @filosofiacoatta, scrittore, comico e memer, abbiamo approfondito le potenzialità di queste nuove forme di linguaggio all’interno di un contesto didattico: Meme a scuola: come stimolare la partecipazione e la creatività è un corso disponibile online, sulla piattaforma di Edulia Treccani Scuola.


Non solo meme: fenomeni culturali ed educazione ai media

Quando parliamo di risorse digitali utili per la didattica non possiamo soffermarci esclusivamente su strumenti istituzionali: è giusto analizzare a fondo le abitudini delle generazioni più giovani e quelle che sono anche le tendenze che dal web creano dei veri e propri fenomeni culturali in cui, con tutta probabilità, gli adulti difficilmente entrano in contatto. Insieme ai meme è importante guardare anche altre forme artistiche attuali che permettano ai giovani di riconoscersi nel linguaggio e nei contenuti: i corsi di Edulia Treccani Scuola di Fabio Zuffanti, scrittore e critico musicale, su come insegnare musica con il confronto tra generazioni e su come usare testi e musica delle canzoni nella didattica forniscono una panoramica sulle potenzialità della musica nei percorsi di apprendimento e approfondimento. E ancora il corso di Andrea Meccia sul valore comunicativo del cinema in classe per l’insegnamento della storia e dell’educazione civica fornisce spunti di riflessione per arricchire i piani didattici tradizionali con film di grande importanza culturale.

Il web è una fucina di contenuti con cui inevitabilmente siamo costretti a confrontarci: l’utilizzo dei meme in classe può essere un buon punto di partenza anche per un percorso di educazione ai media, nello specifico nei confronti di internet. Quello della sicurezza informatica è un tema fondamentale per acquisire una maggiore consapevolezza sulle dinamiche della rete e per imparare a scongiurare i rischi a cui i giovani sono maggiormente esposti. Sulla piattaforma di Edulia Treccani Scuola è disponibile un percorso acquistabile singolarmente sulla Cultura digitale per una cittadinanza attiva e consapevole. Lo trovi qui.

Utilizzare i meme a scuola può aiutare sia i docenti a proporre qualcosa di diverso e più vicino alle esigenze comunicative delle nuove generazioni sia i giovani ad approcciarsi in maniera più proattiva agli argomenti anche più complessi, operando una semplificazione e una trasposizione visiva di maggiore impatto. L’uso di queste nuove forme di scrittura in classe può generare processi di apprendimento ancora poco esplorati, che si inseriscono con coerenza nello scenario di un linguaggio moderno, più vicino alle esigenze di una generazione che nei meme riconosce nuovi codici figurativi.